domenica 28 febbraio 2010

Tra moda, design e cucina c'è... Davide Castoldi!





Milano Febbraio/Marzo 2010: l'inquinamento raggiunge i soliti livelli inaccettabili quindi...
blocco del traffico!
Per fortuna a salvarci la domenica interviene un amico chef. Al Nhow Hotel di Milano c'è la Moda di Pitti - siamo in piena settimana di sfilate. L'evento non è aperto al pubblico ma il nostro amico ci invita ed eccolo che ci accoglie calorosamente all'ingresso con i pass:
Ciao Davide! :-)

Davide Castoldi, chef dell'Hotel Nhow di Milano, collaboratore de La Scuola de La Cucina Italiana, consulente aziendale, ci spiega che ci troviamo in un evento nell'evento, dove potremo avere uno sguardo sulle collezioni autunno/inverno 2010.
In effetti mi sento troppo avanti!

Ci accompagna al bar per un aperitivo.
Molta gente comincia ad arrivare con i taxi: rivenditori, fotografi, modelle e modaioli... ci siamo proprio tutti. Lo spazio disponibile è stato sfruttato in maniera intelligente: piccoli booth presentano i capi appesi come in piccoli negozi. Ma non siamo qui per svelarvi i segreti del prossimo fashion...
Ho provato a farmi vendere un golfino di cachemere con modello super originale ed un paio di mocassini stile Japan da fare invidia, ma niente da fare, dovrò cercare i rivenditori su Milano... SIGH!!

Torniamo da Davide, al ristorante del Nhow.
L'hotel è uno spazio unico anche su Milano, dedicato al design, all'arte ed alla fotografia - il famoso fotografo Glaviano abita qui in pianta stabile.
Anche il ristorante non è da meno, con una parte rialzata, delimitata da tendine leggerissime, decorato con grandi fiori che ravvivano l'ambiente e colorano questa ennesima grigia domenica.
Nonostante oggi non sia possibile mangiare alla carta, Davide ci vizia con un tavolo d'angolo e con un menù d'eccezione a base di pesce:

- Tartare di ricciola con avocado e salsa di soia
- Spaghetti con bagnacauda, cardi e bottarga
- Tonno in crosta di funghi con composta di scalogno e mandarino
- Tris di dolci: crumble alle mele con crema all'inglese, pastiera napoletana e tiramisù con frutti di bosco.

Che meraviglia!
Davide ha una cura particolare per la presentazione dei piatti, all'altezza delle aspettative di una location super trendy. Sapori delicati che si sposano tra loro, consistenze contrastanti e colori genuini per un menù tutto da scoprire. Classicità abbinata a tocchi originali, quantità che soddisferanno anche coloro che prediligono ristoranti "di sostanza".

Il ristorante dell'Hotel Nhow si presenta davvero adatto alla filosofia non ancora molto diffusa in Italia, del buon ristorante indipentente dal pernottamento. Il servizio è stato perfetto, anche in una giornata così frenetica. I nostri amici sono molto esperti ed hanno organizzato un buffet ricco di golosi piatti freddi. Molti eventi sono infatti organizzati presso questi spazi, progettati dal famoso architetto Matteo Thun.

Davide oggi indossava un paio di occhiali arancioni come le tovagliette del suo ristorante...
la cura per i dettagli e la passione per il proprio lavoro non sfuggono. Non sfugge nemmeno la genuinità di questo ragazzo che viaggia costantemente tra Italia e Spagna, che affianca colleghi esteri nella loro formazione, che insegna divertendosi ma che preferisce abitare fuori dalla metropoli per godersi un ambiente più a misura d'uomo.

Bravo Davide, sei il nostro D-C Design-Chef!

lunedì 22 febbraio 2010

Tajine lunch


Che meraviglia la cucina etnica! Una carissima amica, una cuoca provetta, ha organizzato uno squisito pranzetto a base di pollo stufato in tajine, falafel e salsine agrodolci. Che scorpacciata! Polpettine di baccalà, focaccia, nachos, curry, limone candito, olive nere... un tripudio di colori ed aromi. Sono rimasta ammirata per la favolosa realizzazione (difficile per chi non cresca nel mondo medio-orientale) e per la cura nella presentazione: la tavola era apparecchiata utilizzando tovaglia e stoviglie acquistate tra Cina, Nepal e Thailandia.
Ora quindi un appello, anche a nome della mia amica:
AAA - negozio di ingredienti etnici a Milano cercasi.
Potete segnalarci dove trovare prodotti testati e di qualità? Grazie!! :-)

Spaghetti di soia con tonno fresco, capperi e olive nere

Bene, abbiamo replicato a casa una velocissima, semplice e gustosa ricetta del corso wok: spaghettini di riso! In verità li abbiamo sostituiti con quelli normali e naturalmente... erano buonissimi lo stesso, anzi meglio! :-) Nella foto però ecco quelli di soia realizzati al corso, che sono stati serviti con una necessaria salsa di soia - senza sono davvero insipidi ed anemici. Mi sono occupata personalmente di tagliarli perchè... sono lunghi 10 km!?! Eccovi la ricettina "veloce veloce da leccarsi... le orecchie!" :-)

Ingredienti per 4 persone:
Spaghetti di soia g 120
Tonno fresco g 150
Capperi 2 cucchiai
Olive nere denocciolate g 40
Aglio 1 spicchio
Olio extravergine d'oliva g 50
Sale, pepe
Procedimento:
Tagliare il tonno a cubetti e conservarlo. Tritare i capperi e, a parte, l'aglio. In una capace pentola immergere gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata. Spegnere immediatamente il fuoco e lasciare gli spaghetti in immersione per 2 minuti. Scolarli e raffreddarli sotto acqua corrente fredda. Tagliarli a pezzi. Scaldare la pentola wok con qualche cucchiaio d'olio, unire i capperi e l'aglio e far saltare per un minuto. Aggiungere le olive e proseguire la cottura per un altro minuto. Unire alla fine anche gli spaghetti e i cubi di tonno. Salare e pepare a piacere. Servire.

venerdì 12 febbraio 2010

Cucchiaio di scampi e guacamole


Mi sono iscritta ad un altro corso di cucina... è troppo divertente! La scusa ufficiale è stata quella di portare il marito, ma poi vedere ed imparare mi piace assai. Il corso è dedicato alla pentola WOK. Le ricette sono orientaleggianti, ma in realtà il concetto è che con la stessa pentola puoi cuocere utilizzando tante tecniche. Lo chef ci ha raccontato che alla prima edizione del corso c'erano molte persone con la barca... snob? trendy? No, mancanza di spazio! In barca, infatti, dove la cucina si riduce ad un mini angolo cottura, è molto comodo avere una sola pentola che ti permette di saltare, friggere e cuocere a vapore. C'è da dire che la WOK è proprio grande?! Ed il fatto che essendo di ferro arruginisca, quindi richieda molta cura ti fa passar la voglia. Io ne ho una taroccata, con l'antiaderente. Per ora proverò con la mia.
Durante la prima lezione abbiamo quindi realizzato diverse ricette, dall'antipasto al dolce. Vediamo qui l'antipasto appunto, anche se in realtà non richiedeva la WOK se non per gli scampi... vabbè, lo ammetto... adoro il guacamoleeee! :-)
Ingredienti per 4 persone:
12 code di scampi
1 avocado
1 peperoncino
succo di 1 limone
30 gr parmigiano grattugiato
60 gr olio extra vergine d'oliva
prezzemolo
sale
Preparazione:
Lavare, asciugare e sfogliare il coriandolo. Pelare l'avocado e tagliarlo a metà, eliminare il nocciolo centrale e tagliare grossolanamente a cubetti la polpa. Frullarlo con il parmigiano, il succo di limone, il peperoncino, emulsionando con metà dell'olio e salando. Scaldare la pentola wok con il resto dell'olio, salare, pepare gli scampi e cuocerli a fuoco vivace per 2 o 3 minuti. Servire gli scampi disponendoli sopra la salsa su cucchiai di porcellana. Completare con coriandolo triatato.

lunedì 8 febbraio 2010

conferenze a parte...

... l'evento è stato proprio divertente.
Mi è capitato di assaggiare un set di erbette aromatiche/decorative con crescendo che andava da quella che frizzava come le caramelle al limone che mangiavo da piccola a quella che ti paralizzava in sequenza lingua, palato e poi tutta la bocca - devo ammettere di aver avuto un momento di defaiance rimediabile solo con un un gelato Carpigiani ad effetto anestetizzante!?

Ho trovato un carinissimo libretto per appunti golosi, modello Moleskine, stampato per l'occasione dalla Regione Emilia Romagna, in cui sono raccolti ristoranti e prodotti DOP.

Ho visto mantecare un tegame così di risotto senza usare cucchiaio...

è stata proprio la fiera delle golosità.
Speriamo di poter tornare a fare un giretto l'anno prossimo.

Moreno Cedroni - Molto rumore per nulla?


Dunque, invece di preparare la pasta al salmone affumicato con la panna (quella che facevamo quando andavamo al liceo), mettiamoci il latte di cocco, aggiungiamo un po di questi strani semi, mescoliamo così, mixiamo di là, utilizziamo una sorta di Bimby per fare un ingrediente... ci avete capito qualcosa? Nemmeno io. "Ah Signori, vi prego di non far caso alla temperatura dell'assaggio che ora girerà in sala, dal momento che abbiamo dovuto tenere i piatti di là dove fa un pochino più freddo"... Mi arriva un piattino di pasta ghiacciata che sa di... pasta+salmone+panna?!
I casi sono due: o la temperatura ha fatto si che le mie papille travisassero completamente, oppure Shakespeare c'entra qualcosa...

Massimo Bottura e il fardello della Tradizione


Ho sentito forte l'orgoglio Modenese. Era da un bel po di tempo che non mi capitava. Si, perchè Massimo Bottura dell'Osteria Francescana è di Modena come me. Il vincitore di questa edizione di IG, lo Chef dell'anno, non solo è di Modena ma la pensa come me su molte cose. Mi ha colpito molto questa persona. Mi ci sono ritrovata. Perchè? Beh, semplicemente perchè ha dichiarato: "Basta con sta' tradizione!". Si si, avete capito bene. Lo ha detto di sfuggita, ma a me non è scappato. Solo chi è di Modena, ma abbia una cosiddetta Open Mind, può capire bene che cosa significhi il peso di una tradizione come quella della pasta fresca fatta in casa, del ragù alla bolognese, dei tortellini e via dicendo. La tradizione è un fardello. Leggero per coloro che stanno comodi così, pesantissimo per quelli che invece il caso ha voluto potessero "uscirne" per conoscere altro. Modena è una città chiusa, provinciale, che non legge, che non viaggia, che non sperimenta. I discorsi di Bottura, il suo rivolgersi ai giovani affinchè vedano ed imparino da altre culture mi è parso quasi rivolto all'Emilia. Sono convinta che per sfondare con il proprio ristorante abbia dovuto impegnarsi molto più di altri. Forse si può pensare che filosofeggi troppo Bottura, ma alla fine del discorso il motto è stato: "Ricordatevi sempre chi siete e da dove venite". Dunque? direte voi... Giusto! dico io. E' giusto conoscere la propria tradizione, sapere chi siamo e da dove veniamo, per poi aprirsi al nuovo, tornare e non pensare di essere superiori, ma semplicemente cambiati e più ricchi. Di questo parla lo chef alla fine, di umiltà. Molto bene. Volete sapere se ha anche cucinato qualcosa, oltre che parlato? Si si, lo ha fatto. Ha inoltre mostrato come per realizzare il proprio piatto chiamato "Tutte le lingue del mondo" sia partito dalla lingua bollita (il grande classico della suddetta tradizione), per poi affiancare salse diverse derivanti da sapori ed abbinamenti conosciuti nei 5 continenti. Troppo facile? Troppo banale? Troppo fusion? Lascio a voi la risposta. A me va bene così.

Elio Sironi e l'Identità della pasta


Ho assistito alla conferenza di Elio Sironi (chef del Bulgari Hotel di Milano): Identità Pasta. Già alle 10 di mattina lo chef ha tenuto banco infervorando la sala stracolma di gente, con la sua caratteristica mimica e le sue battute. I concetti sono stati piuttosto tecnici: amido, bollore, toccare la pasta per sentire le sue caratterisriche... lo chef ha poi dichiarato di non amare coloro che "maltrattano" questo alimento facendolo saltare in padella e disperdendone così le proprietà. Non ho assaggiato nulla, era troppo presto. Ad ogni modo non si trattava di piatti particolarmente esotici o ricercati. Pasta pura e semplice, nella sua... identità!

Uliassi e il proverbiale pomodorino


Mi è piaciuto Uliassi, spontaneo e simpatico. Solare, direi, come il piatto di spaghetti che ha preparato insieme ai suoi assistenti: alle classiche vongole ha aggiunto l'altrettanto classico pomodorino secco... sapete, nella mia famiglia c'è un detto: due cose buone singolarmente formeranno una cosa buonissima se messe insieme... peccato che poi questo portasse ad ardite sperimentazioni casalinghe?! altro che Uliassi :-)

Marchesi, Mostre e Misteri

Ad IG10 è successa anche una cosa curiosa: il grande maestro Gualtiero Marchesi ha ricevuto, per la prima volta in vita sua, un premio per il miglior piatto dell'anno... Gli è scappato detto che in effetti qualche altro ci potrebbe anche essere stato in precedenza. Tra l'altro non ho sentito citare per QUALE piatto gli sia stato assegnato proprio ora (AAA - news su straordinario piatto dell'anno di Marchesi). Ad ogni modo come si dice, meglio tardi che mai!?
Ora attendiamo di partecipare alla MOSTRA a lui dedicata, che si terrà a partire da Marzo presso il Castello Sforzesco di Milano.

mercoledì 3 febbraio 2010

Assaggi al volo

... ed ogni tanto capitava di poter assaggiare, al volo, qualche piattino...

Massimiliano e Raffaele Alajmo - La cucina in senso letterale

Ad IG10 non potevano mancare Massimiliano e Raffaele Alajmo delle Calandre. Il titolo del loro intervento era "Sala da cucina"... ho dovuto andare a rileggerlo dal momento che il video proiettato verteva esclusivamente sul nuovo ristorante che hanno aperto, inteso come: i bicchieri che venivano "soffiati", i chiodi che venivano martellati, il legno che veniva piallato, il farfallino dei camerieri che veniva controllato, il design dell'apparecchiatura e dei lampadari studiato, disegnato e spiegato a tavolino e via così. Insomma, niente fornelli ma cucina solo... nell'altro senso. Peccato.

martedì 2 febbraio 2010

Davide Oldani - Ricette parallele e Design



Ha aperto le danze del congresso il milanese Davide Oldani (ristorante D'O). Leggermente impacciato nel parlare al microfono davanti ad una sala piena e desiderosa di cominciare, si riprende alla grande in postazione: ai fornelli!
Il tema del convegno era IL LUSSO DELLA SEMPLICITA'. Ecco dunque Oldani presentare ed eseguire ricette "parallele": la prima che utilizza i materiali "soliti" cioè nobili, costosi e lussuosi. L'altra che mostra la ricerca del corrispettivo sapore in materiali "poveri" ma ugualmente soddisfacenti. Non è stato dato di poter assaggiare per capire se il risultato sia stato ottenuto. Dobbiamo fidarci, ma la sostituzione del caviale con la tapioca e del tartufo con alghe del mare di Napoli avranno richiesto un certo coraggio all'assaggiatore.
Oldani ha poi fatto sfoggio della propria creatività e di quello che possiamo definire un ottimo marketing, mostrando le linee di bicchieri, posate e stoviglie disegnate nel rispondere ad esigenze di economia del locale, come ad esempio una sola posata che faccia da cucchiaio+forchetta+coltello allo stesso tempo, per risparmiare tempo in fase di lavaggio.
Fumetti che lo rappresentano, slide, obiettivi definiti come Oceani colorati...
Oldani pare proprio aver sorpassato il ristorante per arrivare a creare un personaggio capace di vendere di tutto. Potere del settore Food, dell'immagine e della comunicazione?
Non vorremmo ridurre a così poco le indubbie capacità di questo chef di spicco, che ha sicuramente molto talento e rischia semplicemente di suscitare facili invidie.

333 x 3 = Identità Golose


Se 3 è il numero perfetto, direi di esserci! Durante il congresso Identità Golose che si è svolto negli scorsi 3 giorni a Milano ho scattato la bellezza di 333 fotografie! Poche? Molte? Chi può dirlo... l'importante è che mi abbiano permesso di documentare e di raccontare non solo ora, ma ogni volta in cui andrò a rivederle, l'emozione della "prima volta".
Non avevo mai partecipato in questo modo ad un evento dedicato all'alta cucina.
Ho scoperto che gli chef hanno tante cose da far assaggiare alla vostra anima oltre che alle vostre papille gustative.
Ho scoperto che le persone che visitano gli stand e assaggiano, bevendo e mangiando diventano non solo allegre, ma anche aperte, propositive, in attesa...
Come mai un congresso di cucina ci mette tutti così "in attesa"?
Non dovrebbero aver già inventato tutto a questo punto? Ogni tipo di abbinamento ingrediente-sapore-colore-cibo-vino-apparecchiatura-tecnica dovrebbe essere stato bene o male sviscerato EPPURE...
eccoci qui con le antenne ritte, pronti a carpire un nuovo segreto, una nuova astuzia, curiosi di crescere, replicare, commentare, paragonarsi.
Si, perchè quando si torna a casa, dopo, si rimugina e si cerca di capirci qualcosa, chiedendosi che cosa si è imparato, che cosa si può imitare, che cosa ci rimane...
Tanto, rimane tanto. Anche se magari ora c'è bisogno di riordinare le idee. Per questo partiamo con i post dedicati ai grandi chef che hanno tenuto le conferenze a cui ho assistito.
Spero possiate assorbire anche solo una parte infinitesimale di quella che è stata la mia esperienza.

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